Informazioni storico-artistiche sulla Parrocchia
Storia
Nel 973 esisteva nel territorio un oratorio dedicato a S.Lucia e nel 1178 è documentata la presenza di un “ospitale” annesso alla chiesa e retto da una comunità di frati. Chiesa e ospitale furono distrutti da Ezzelino da Romano ma ricostruiti per un voto. Vi entrò una comunità di monache benedettine. Il tutto fu raso nuovamente al suolo a causa della “spianata” decretata da Venezia. Gli abitanti allora nel 1518 edificarono una piccola chiesa. Il territorio, smembrato da Ognissanti, fu eretto in parrocchia il 21 ottobre 1649. Durante i lavori di ingrandimento la chiesa crollò la domenica 23 ottobre 1898. Si iniziò allora la costruzione della chiesa attuale su disegno di Giulio Da Persico e fu benedetta il 12 aprile 1900. La facciata è alta complessivamente 20 metri.
La chiesa ospita importanti opere d’arte di diverse epoche, recentemente restaurate fra cui un crocefisso ligneo dell’inizio ‘500 e due tele di Felice Brusasorzi. Il campanile è del 1700. Il luogo è celebre per la battaglia che il 6 maggio 1848 si svolse fra le truppe di Carlo Alberto e truppe austriache, a seguito della quale venne anche chiamata S.Lucia della Battaglia. Nel 1904, in occasione del 16 centenario del battesimo di santa Lucia ci furono 3 giorni di messe solenni.
Nel 1907 si tenne una missione popolare. Nel 1918 morì il parroco don Pietro Cunego. Dal 1920 al 1957 resse la parrocchia don Luigi Fornaser. Nel 1957 morì don Fornaser e fu nominato parroco don Giuseppe Zanetti, il quale rimase fino alla sua morte nel 1973. Il 6 gennaio 1974 fece il suo ingresso don Mario Molinaroli, attuale parroco. Nel 1977 fu nominato vescovo di Trieste don Lorenzo Bellomi, nativo di S.Lucia.
Arte
Alla metà degli anni trenta viene eseguita la più importante opera d’arte moderna all’interno della chiesa. Si tratta del grande affresco che si estende in tutto il catino abisdale, opera del veronese Agostino Pegrassi. L’imponente pittura ricorda la visita della Madonna a Santa Elisabetta, fissando il momento dell’affettuoso incontro fra le due cugine. Figure comprimarie sono San Giuseppe e San Zaccaria. L’incontro avviene in una scenografia essenziale, dove le case e l’ambiente circostante sono poveri e scarni. Gli stessi Zaccaria e Giuseppe, in postazione scostata e statuaria, sembrano non voler disturbare l’incontro fra le due donne, che costituisce il centro anche cromatico dell’opera. Tutto lo sfondo sembra assorbire il colore e la luce riflessi delle due figure vive e premurose in primo piano. Successivamente al catino absidale, il Pegrassi eseguì anche i due affreschi situati ai lati dell’arco trionfale, raffigurando gruppi di angeli che portano idealmente verso il presbiterio simbolici doni: fiori, turbirolo, l’immagine della chiesa, ecc. Anche i due dipinti del soffitto sono stati eseguiti nello stesso periodo dell’artista: quello più vicino all’altare rappresenta l’Annunciazione mentre l’altro la Natività, di ispirazione rinascimentale; nel rosone sulla facciata della chiesa venne riprodotto di busto di Gesù. Nel 1938 la chiesa venne decorata sul soffitto con rosoni dorate, motivi geometrici, simbolismi della Sacra Scrittura e la frase in caratteri dorati lungo il cornicione superiore. Attorno al presbiterio si legge: “QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI”. Nel perimetro alto della chiesa invece: “TE BEATA PERCHÈ HAI CREDUTO A QUANTO TI HA DETTO IL SIGNORE. L’ANIMA MIA GLORIFICA IL SIGNORE E IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO MIO SALVATORE PERCHÈ GRANDI COSE MI HA FATTO IL POTENTE”.